Ho studiato per la prima volta i Trois Rondo Brillants del compositore spagnolo Dionisio Aguado quando avevo circa 19 anni. Poche settimane fa, senza nessuna apparente ragione, riaffiora dalla memoria la cellula melodica principale del Rondo numero due, il più celebre, e senza molte speranze di ricordarlo integralmente (sono passati più di vent’anni) metto le dita sullo strumento. Tutto – o quasi – è lì, come fosse stato suonato una settimana fa o giù di lì.
Poso lo strumento e riprendo dall’archivio la parte, quindi inizio a smontare e rimontare gli impianti dinamici e la maggior parte delle indicazioni di agogica.
Il risultato potete ascoltarlo qui. Avverto gli ascoltatori a conoscenza del brano che le novità sul piano interpretativo non sono poche.
Mai sentito suonato così!!!. All’inizio ho avuto qualche difficoltà a seguire ma dopo pochi ascolti si capisce molto bene che tratti il pezzo come un brano per una piccola orchestra.
complimenti da un chitarrista che suona o cerca di suoonare questo pezzo da anni :)))
Grazie, Riccardo.
La musica va interpretata.
Un musicista che interpreta una pagina di musica come fanno gli altri non è un interprete, è un fotocopiatore.