Quando nel 1978 John W. Dwarte scrive la prefazione ai Ten Simple Preludes del compositore britannico Reginald Smith-Brindle (1917-2003) non lascia spazio a dubbi: “C’è poca musica che prepara i giovani interpreti alle atmosfere sonore del XX secolo; la maggioranza della musica disponibile è destinata ad interpreti di livello avanzato e questo causa gravi problemi di comprensione all’allievo abituato a suonare solo musica dell’Ottocento”.
L’anno dopo le australiane Universal Edition pubblicavano i Ten Simple Preludes basati sul linguaggio dodecafonico ed è prezioso constatare che la loro stesura e la loro pubblicazione arrivano pochi anni dopo la celebre pubblicazione dello stesso Smith-Brindle The New Music: The avant garde since 1945 in cui il compositore spiega in che modo la musica del suo tempo va letta, interpretata ed ascoltata.
I Preludes si snodano su costrutti musicali che vanno concepiti come facenti parte di un unico percorso che ha inizio nell’etereo The Harmony of Peace e termina nel torbido Arpeggios passando per contrappunti, evocazioni di canti lontani. Il cammino si snoda attraverso atmosfere cupe e paesaggi sapientemente oscurati e illuminati: l’uso dei cromatismi, degli ostinati, delle parti late e della polifonia va ad arricchire con estrema delicatezza la tavolozza timbrica della chitarra che, in questo contesto, assume una fisicità quasi eterea. Il camminare sui sogni di William Butler Yeats trova una realizzazione uditiva in queste pagine.
I Ten Simple Preludes di Reginald Smith-Brindle sono inclusi nella tracklist della release Easy Studies for Guitar Vol.1.