Nel sito delle Orphée Editions è comparso da poche ore il link alla pubblicazione “Il Silenzio del Pendolo” per chitarra sola, brano vincitore del concorso di composizione Orphée Composition Competition 2010 (Ohio, Settembre 2010).
Si tratta di una composizione nella forma di tema e variazioni sul Город на Каме [Gorod na Kame] composto da Lev Alexandrovich Schwartz (1878 – 1962) per il film Детство Горького [Dyetsvo Gor’kovo, Childhood of Maxim Gorky] girato nel 1938 da Mark Donskoi.
La cover è un Paesaggio del pittore (mio conterraneo) Gesuino Curreli.
Il concetto di silenzio ha in musica un altosignifcato al pari di quello contenuto in ciascunanota di una pagina musicale. Nel mondo è l’istante in cui tutto ciò che circonda l’uomo, smette di vibrare e mette in condizione la mente di ascoltare i propri pensieri e dar forma ai propri sogni. Il silenzio del pendolo contenuto in questa composizione per chitarra non è il suo zittirsi e non è uno strappo nel tessuto temporale che fissa ogni istante in un determinato punto dell’universo; è, invece
“l’istante in cui un essere umano, totalmente presodall’arte, dalla filosofia o dalla natura, riesce ad estraniarsi da ogni cosa che lo circonda e che non gli interessa, finendo per non avvertire nemmeno la realtà propria del tempo”.E’ la silloge del poeta italiano Antonello Bianchi che ha ispirato la costruzione di sei variazioni sul tema Город на Каме [Gorod na Kame] di LevAlexandrovich Schwartz (1878 – 1962), scritto per il film Детство Горького [Dyetsvo Gor’kovo, Childhood of Maxim Gorky] del 1938 di Mark Donskoiconosciuto anche con il titolo Dugit Shata, canzone popolare israeliana.
Attraverso sei differenti osservazioni prismatiche, vengono raffgurati sei acquerelli diversi, ora melanconici e sofferenti, ora ridenti e briosi, checercano di svelare un percorso che conduce da atmosfere rarefatte ad elementi reali; una ricerca di tangibilità che non può condurre alla materia concreta e che non ha esito alcuno se non quello di un ritorno all’origine e alla memoria lasciando che indugino tracce di solitudine, di melanconia e di tenebra.
Il tema nella sua versione estesa, lievemente diverso nel finale da quello proposto per il Concorso da Matanya Ophee.