Ikonostas è una passacaglia che si sviluppa come un’entità dotata di autonomia propria. Gli episodi sono i tasselli di un crescendo continuo verso una vera e propria visione di una dimensione non terrena (l’autore usa una intera sezione mescolando corde a vuoto e armonici per renderla al meglio). Nella fanfara finale le sei corde sono usate per dare forma all’apoteosi che chiude grandiosamente una delle più alte pagine del compositore piemontese.
E’ uno dei pilastri del mio repertorio dall’anno della sua pubblicazione e fa parte del progetto discografico Angelo Gilardino Music for Solo Guitar 1965-2013
Una mia esecuzione dal vivo (registrazione amatoriale, non completa purtroppo) è disponibile su Youtube. Ikonostas è stata pubblicata nel 2005 dalle Edizioni Orphée (Ohio, USA). Se n’è parlato sul Forum Italiano di Chitarra Classica.
Questa la presentazione del brano da parte di Angelo Gilardino pubblicata sul cofanetto “Angelo Gilardino Music for Solo Guitar 1965-2013”: “Ikonostas fu l’inizio del mio accostamento alla chitarra russa accordata in Sol. Anche questo lavoro ebbe origini letterarie, e derivò dalla mia lettura del libro intitolato, in italiano, “Le porte regali”, con il quale iniziò la mia conoscenza delle opere del grande filosofo e scienziato russo Pavel Florenskij. La forma del pezzo evoca l’interno delle chiese ortodosse della Santa Russia, divise in due dall’iconostasi, una sorta di parete dipinta che separa il presbiterio, dove stanno i sacerdoti celebranti, dalla navata, dove si raccolgono i fedeli.”
Infatti, la prima metà del mio pezzo, architettata come una Passacaglia in Sol minore, vuole far rivivere in musica l’atmosfera raccolta e un poco dolente, ma al tempo stesso fantasiosa, delle preghiere recitate dal popolo; attraverso una modulazione modale che rischiara il clima, la Passacaglia sfocia infine in un solenne canto di adorazione, elevato nel presbiterio dagli officianti della Messa, e il pezzo si conclude in una sorta di Gloria. In questa composizione, pur adottando l’accordatura russa, ho adoperato la chitarra a sei corde. Successivamente, avrei scritto, per la chitarra russa a sette corde, il “Concerto di Novgorod” (2006), con orchestra, e la Sonata “Winter Tales” per chitarra sola (2008). Il mio impegno nei riguardi della chitarra russa fu incoraggiato dagli amici Matanya Ophee, Oleg Timofeyev e Stanley Yates.” – Angelo Gilardino, 2015
Dal video che segue è possibile ascoltare la mia registrazione tratta dallo stesso cofanetto:
Dal sito dell’editore:
Pavel Florenskij was a Russian theologist, scientist, philosopher and writer. A genius. Born on 1882, he was arrested shot in 1938. It was a political murder. His books have recently been published in Western countries. Reading them, I was especially fascinated by a poetical essay entitled ИконоÑÑ‚Ð°Ñ – which I read in the Italian version published by Adelphi Edizioni and entitled Le porte regali (The Royal Doors). This books deals with the art of icon painting and introduces to a metaphysic of the images and of the light completely unknown to Western art. With the help of such a book, a sensitive reader can enter the doors of the Iconostasis, a border between the visible and the invisible world. Whilst reading Florenskij, it happened to me to listen to a recording of a Russian guitar piece performed on the Russian guitar by Matanya Ophee and by Stanley Yates. I asked their advice and help on a project of mine, writing a piece – if not for the 7 string Russian guitar – at least for the normal six string guitar, tuned in a way that approached the Russian guitar tuning. With their encouragement, in the Fall of 2004, I composed this work, conceived as a homage to Pavel Florenskij.