Ivan Sergeevič Turgenev – Padri e Figli

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Ieri, poco prima di pranzo, ho terminato la lettura del bellissimo romanzo Padri e Figli di  Ivan Sergeevič Turgenev (1818 – 1883).

E’ il romanzo dove l’autore conia il termine nichilismo e dove, a mio modo di vedere, i due personaggi Arkadij e Bazarov (o forse dovrei dire Bazarov e Arkadij) sono in effetti vittime della ostentazione del loro indirizzo di pensiero. Arkadij, che cerca di imitare l’amico (si può imitare un comportamento nel seguire una corrente di pensiero?) è l’immagine stessa dell’incertezza. Bazarov è lui stesso promotore di tutto ciò che non è fiducia (salvo poi innamorarsi della vedova Anna Odincova) e nella sua morte per tifo l’autore ha voluto dare un’immagine di ciò che accade ad una società fatta di uomini che (cit.) “[…]non si inchinano davanti ad autorità alcuna, che non accetta neppure un principio sulla fiducia[…]”

Il largo significato politico e sociale permea tutta l’opera ed è in effetti il vero protagonista e l’immagine finale con tutti i personaggi intenti a desiderare meschini desideri e vivere vite insignificanti e i genitori che piangono sulla tomba del figlio è drammatica ma grottesca allo stesso tempo.

Ho letto che i tratti canzonatori e sarcastici di Bazarov sono un riflesso dello stesso Turgenev. Se così fosse, сэр Ivan, doveva essere un tipo divertente.

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