Non passa giorno nel mio studio del repertorio che sul mio leggio non trovi spazio una nuova pagina per chitarra del repertorio originale appartenente al Novecento o di autori contemporanei. Nella settimana appena trascorsa ho avuto modo di lavorare a tre composizioni fino ad oggi a me sconosciute.
Di Lubor Bárta (1928 – 1972), celebre pianista ma anche esperto violinista ceco, ho terminato la lettura e la costruzione di un consistente impianto dinamico della Sonata per chitarra revisionata dal chitarrista di Praga Milan Zelenka (1939).
Bárta è un compositore coi fiocchi, il cui stile è frutto della grande influenza che la sua musica subì da Stravinsky, Honegger e Bartok. Tra le opere principali le composizioni da camera per ensemble tra cui i tre quartetti d’archi, due quintetti di fiati e opere per orchestra da camera. Alla sua produzione vanno aggiunte le tre sinfonie.
Tutta la sua musica è registrata e disponibile su YouTube Music e sulle principali piattaforme di streaming.
La sonata per chitarra, pur risentendo di una probabile non completa conoscenza delle capacità polifoniche dello strumento, mostra chiaramente un gusto particolare nella modellazione di elementi romantici a favore della costruzione di un linguaggio estremamente personale. Per riscontrare questo modus-operandi si ascolti il suo “Concerto for violin and Orchestra“. A parte questa Sonata, l’autore ha scritto per chitarra sola uno Studio. Ha incluso la chitarra in uno dei Four Pieces per violino e chitarra del 1968.
Di Giovanni Murtula (1881 – 1964) mi è capitata tra le mani la Piccola Serenata, foglio d’album in sol maggiore appartenente alla collana “12 Composizioni” del 1936. La pagina presenta una doppia scordatura (6a in re e 5a in sola) ma sul pentagramma sono scritte le note come se la chitarra non fosse scordata. Un’evidente tentativo di semplificazione utile, in quel periodo. Niente di che, semplice e scritto con la chitarra in grembo. Tuttavia, nella sua semplicità, la pagina sta in piedi.
Infine le “Seis piezas fáciles para guitarra” di Adela del Valle (1897–?), chitarrista argentina allieva del noto Julio Salvador Sagreras che, a quanto racconta Prat, la presentò in pubblico nel 1917 (data non certa) durante un suo concerto. La del Valle eseguì tra le altre cose il Rondò No.2 in la minore di Dionisio Aguado.
Il lavoro della chitarrista è noto soprattutto per l’arrangiamento di canzoni popolari – oltre cinquanta – e per la grande attenzione che rivolse alla musica folkloristica.
Le Piezas sono piccoli brani basati proprio su danze o canzoni popolari. Non hanno scopi didattici ma possono benissimo far parte di un eventuale percorso di arricchimento del repertorio per i giovani allievi.