“La lunga strada di sabbia”, reportage di viaggio lungo le coste dello Stivale pubblicato da Pier Paolo Pasolini nel 1959 sulla rivista Successo, fu in origine un’idea di Paolo di Paolo. “Il mio editore a Milano la trovò così bella che mi chiese di tornare a Roma per chiedere a Pasolini di affiancarmi”, racconta il fotografo. Soltanto che il viaggio insieme, cominciato a Ventimiglia, si interruppe a Sabaudia: “Già diffidavo di lui perché non beveva vino. Ma avevo davanti un muro difficile da superare. Pasolini non parlava”.
I due continuarono il viaggio separatamente, e Pasolini continuò felice con la sua Fiat 1100. Cercava l’intimità giusta per godersi i panorami, esplorare le periferie delle città di costa, incontrare i turisti stranieri che popolavano le spiagge e godersi la scoperta delle vacanze da parte dei lavoratori più umili, che le concepivano come un semplice e unico momento di evasione, e non un’occasione per ammirare le bellezze d’Italia.
Il documentario ripercorre il reportage di Pasolini attraverso le foto raccontate da Paolo Di Paolo, e torna sui luoghi dove si fermò lo scrittore: Portofino, La Spezia, Lerici, la Spiaggia del Cinquale frequentata da Atttilio Bertolucci e Thomas Mann, Livorno con i suoi carabinieri che controllano la lunghezza dei bikini, la Fregene di Moravia e Fellini, quindi Sperlonga, la Napoli degli scugnizzi che gli corrono dietro fino a scucirgli 50 lire, Reggio Calabria, Cutro, Taranto, Francavilla al Mare, Cattolica e infine Trieste. Fino a quella spiaggia divisa da un muro che separa bagnanti uomini e bagnanti donne, punto di inizio di un altro viaggio in Italia, “Comizi d’amore”.
Potete visualizzare il documentario integrale (circa 53 minuti) da qui: